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Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto sulla dirigenza

Sanità pubblica Redazione DottNet | 21/07/2017 19:40

Istituisce l'elenco nazionale da cui attingere per nomine. Tutte le regole e il testo completo

 Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto correttivo sulla dirigenza sanitaria (clicca qui per scaricare il testo completo) che, fra le altre cose, istituisce l'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale, da cui le Regioni dovranno attingere per le nomine. Lo rende noto il ministero della Salute.    "Il decreto - si legge - consentirà finalmente di attuare la riforma della governance degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, fortemente voluta dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin". 

In particolare, sottolinea il ministero della Salute, nel decreto correttivo viene precisato che una volta individuati gli idonei appartenenti all'albo nazionale, la valutazione dei candidati è effettuata dalla Commissione regionale, nell'ambito della procedura regionale, "per titoli e colloquio". Inoltre la nomina della Commissione regionale è demandata al Presidente della Regione, mentre le modalità e i criteri della valutazione vengono definiti dalle Regioni, tenendo conto che, in ogni caso, queste possono dettare ulteriori "modalità e criteri di selezione" al fine di individuare il candidato più idoneo a ricoprire l'incarico che si intende attribuire. Nell'ipotesi di decadenza e di mancata conferma dell'incarico, infine le Regioni possono procedere alla nuova nomina oltre che con la procedura prevista dal decreto legislativo, anche mediante l'utilizzo degli altri nominativi inseriti nella rosa di candidati, purché si tratti di una selezione svolta in data non antecedente agli ultimi tre anni e che comunque, in ogni caso, i candidati della rosa risultino ancora inseriti nell'elenco nazionale. "Si dispone infine - conclude la nota - l'ampliamento da sessanta a novanta giorni del termine entro il quale la Regione procede alla verifica dei risultati aziendali conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi di ciascun direttore generale"

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Nel dettaglio il decreto precisa che

a) una volta individuati gli idonei appartenenti all’albo nazionale, la valutazione dei candidati è effettuata dalla Commissione regionale, nell’ambito della procedura regionale, “per titoli e colloquio”;

b) la nomina della Commissione regionale tocca al Presidente della Regione;
 
c) le modalità e i criteri della valutazione sono definiti dalle Regioni, tenendo conto che, in ogni caso, queste possono dettare ulteriori “modalità e criteri di selezione” per individuare il candidato più idoneo a ricoprire l’incarico che si intende attribuire;
 
d) nell’ipotesi di decadenza e di mancata conferma dell’incarico, le Regioni possono procedere alla nuova nomina oltre che con la procedura prevista dal decreto legislativo 171/2016, anche con l’utilizzo degli altri nominativi inseriti nella rosa di candidati, purché si tratti di una selezione svolta in data non antecedente agli ultimi tre anni e che, in ogni caso, i candidati risultino ancora inseriti nell’elenco nazionale. 
  
E’ ampliato anche da sessanta a novanta giorni il termine per la verifica da parte della Regione dei risultati aziendali conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi di ciascun direttore generale. 
  
Le modifiche al testo si sono rese necessarie per renderlo rispondente alle esigenze individuate dalla sentenza n. 251/2016 della Corte Costituzionale e cioè per consentire la piena attuazione della delega nel rispetto dell’affermato principio di leale collaborazione con le Regioni, che a loro volta hanno approvato il nuovo Dlgs in Conferenza Unificata. 
  
Il testo tiene conto anche delle modifiche formali richieste dal Consiglio di Stato per definire meglio la corretta indicazione della fonte in cui gli articoli modificati sono inseriti, altri suggerimenti non sono stati recepiti perché si riferivano a disposizioni su cui non erano possibili correttivi. 
  
Il Dlgs prevede tra l’altro che i titoli da riconoscere siano attinenti con l’incarico manageriale da attribuire e con le materie del management e della direzione aziendale. Sono valutati anche i corsi di perfezionamento universitari, di durata almeno annuale, le abilitazioni professionali e ulteriori corsi di formazione manageriali e organizzativi svolti presso istituzioni pubbliche e private, di riconosciuta rilevanza e della durata di almeno 50 ore, ma sono esclusi quelli già valutati come requisito di accesso per l’inserimento nell’elenco nazionale. 
  
Modificato anche il punteggio minimo per l’inserimento nell’elenco nazionale perché non sia inferiore a 70 punti invece di 75, specificando che questo elenco è pubblicato secondo l’ordine alfabetico dei candidati e senza l’indicazione del punteggio che resta solo agli atti della Commissione. Il tutto dovrà avvenire senza nuovi o maggiori oneri.

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